“IL PECCATO” DEL CARDINALE TONINI

di Antonio Gregolin                                          -riproduzione testi e foto vietata-

IL PECCATO CHE CI MIGLIORA…

Peccati e peccatori raccontati dal cardinale Ersilio Tonini.

E’ uno dei provibiri della Chiesa Cattolica, dall’alto dei suoi novantasei anni. Cardinale e vescovo emerito della sua Ravenna, è figura di riferimento socio-politico. Per anni Esilio Tonini è stato l’uomo che ha bucato il video al fianco di Enzo Biagi. Il suo spirito però è rimasto sempre quello di un comune prete che ha sostituto la sua piccola parrocchia, a una più grande, chiamata Italia. Da anni ha scelto di vivere in un modestissimo appartamento (due stanze) lungo una corsia dell’Istituto per disabili di Ravenna. Forse, è per questo che gli viene riconosciuta l’autorità di uno che “parla col cuore e la mente”. Il tema che affrontiamo con lui è eterno quanto spinoso: il peccato.

“Di peccati e peccatori non voglio farne  una materia specialistica” anticipa il cardinale.  “C’è così tanto bene nel mondo – aggiunge- , che ovunque io vada, vedo segni di speranza, ragion per cui mi viene più facile osservare il lato positivo del peccato, piuttosto di quello notoriamente negativo…”.

Come il  lato positivo?

Perchè  no! Quante storie mi vengono in mente che riguardano personaggi, come gente comune, che dai loro errori si sono redenti con la vita e Dio. Quel Dio che non dimentichiamocelo, per i cristiani non è un giudice inflessibile e severo, bensì un padre (Abbà). Un padre che perdona i figli e fa festa quando gli stessi si redimono. Sono questi coloro che fanno la gioia di Dio. Ecco perché nella visione del credente il peccato può diventare “salutare”. Perché può permettere di spalancare quelle porte della responsabilità e coscienza individuale che  non deve arrendersi al senso di colpa…”.

Peccare però porta quasi sempre ad avere un senso di colpa…

Non è detto che sia così. Quanta gente si pente solo dopo essere stata magari arrestata?  Il mio discorso è un altro: un conto è sapere che peccando si tocca il cuore di Dio. Altra cosa è vivere col senso della colpevolezza.

La redenzione porta anche un beneficio psicologico oltre che morale. Sapesse quanta gente oggi vive in questo stato di sofferenza causato dal senso di colpa! Questo atteggiamento parrebbe annullato dalla società attuale, invece, è la causa principale di molte frustrazioni personali che poi ti portano inevitabilmente dallo psicanalista. Permettetemi di fare un passo indietro e risalire semmai, al concetto stesso di ciò che può portare al peccato. Dicevo che sono moltissime le persone che ritrovano se stesse dove aver vissuto esperienze negative, questo perché nel loro profondo, magari tra le tante ombre che avvolgono le coscienze, c’è un germe di  moralità ereditato dalla nostra fanciullezza….

Così assolviamo tutti nel nome dell’eterna innocenza?

Chiamiamola pure educazione, ovvero, quella prima formazione che ci viene impartita con gli insegnamenti dai nostri genitori. Difficilmente dunque, un peccatore rimane tale e senza pentimento, se la sua educazione è stata di un certo tipo. Insomma, anche sul peccare c’è un’indiretta influenza di quanto abbiamo ricevuto quand’eravamo piccoli. Ecco qua il valore fondamentale del ricevere o dare una sana educazione alle generazioni che verranno. Ricordo quanto mi disse un giorno Giovanni Paolo II, tornato dalla sua Polonia: “Sono tornato nel mio Paese – mi disse allora il Papa- per rivedere i luoghi e le persone della mia infanzia che mi hanno dato tutto ciò che sono!”.

Non le pare che in realtà  l’idea dei peccato sia  ormai cambiato nella società moderna?

Certo che sta cambiando, ma io non sarei troppo generico in questa classificazione. C’è sempre la persona in quanto singolo individuo, e nella mia ormai lunga esperienza di confessore, trovo “perle” che non sono poi così rare, ovunque e dovunque, in questa società complessa e caotica. Sapesse quanta gente che incontro, chiede di potersi confessare. Qualcuno me lo chiede anche quando sono in aereo, in treno, per strada. Vedo e sento che c’è voglia di riconciliazione. Certo, questa è una questione personale dicevo, che non può rendersi complice di una asettica statistica.

A  proposito di confessione, si dice che Lei sia stato il confessore del compianto Papa?

Non è così, ho predicato più volte davanti a Giovanni Paolo II con cui avevo un sincero rapporto di stima e amicizia, ma non ho mai confessato sua Santità. La mia missione resta tra la gente comune.  Le voglio raccontare un fatto a proposito della confessione, che non è mai finito sui giornali. Qualche tempo fa incontrai uno dei componenti della banda dei “bambini di Satana”, colpevoli di orrendi delitti. Mi raccontava come nel suo gruppo hanno perso la vita soprattutto coloro che ammettevano di non aver ricevuto la confessione. Questo perché, nella logica diabolica e psicotica di questi adepti, il concetto della redenzione allontana dalla figura satanica che loro adorano.

Soldi, televisione, potere, sono strumenti di peccato?

Sì, molto spesso lo sono. Ma non dimentichiamoci che esistono peccati ben più gravi. E poi, come diceva S. Agostino, i soldi possono fare molto male, come anche favorire molte azioni che concorrono al bene. E’ quando il denaro ci rende schiavi che diventa un peccato grave.

Qual è dunque il peccato più grave?

L’indifferenza, certamente! Oggi i cuori sono duri. Si è perso così il senso della responsabilità individuale e sociale, e si è arrivati ad un individualismo imposto dalla cultura della quantità. Quante sono oggi le pseudo-verità che vengono propinate ripetendole all’infinito? La pubblicità ce lo dimostra, e quando manca questa, ci sono le “nomination” dei tanti grandi fratelli di turno. Davvero questo è un peccato di stupidità infinita. Ci si sta abituando al gusto dell’eliminazione…

Alla spasmodica odiens televisiva di chi sa godere delle sofferenze altrui. Un peccato, potrebbe anche essere perdere la capacità di godere del bello. Non scordiamoci che esiste sì la bruttezza indotta dal male, come la bellezza sprigionata dal bene; spetta a noi saper scegliere con coscienza, difendendoci da quella dilagante indifferenza offerta dal mondo. Cagione di molti nostri mali quotidiani.

L’ultimo “Compendio della Chiesa Cattolica”, è stato voluto da papa Benedetto XVI  e raccoglie le regole fondamentali su cui poggia la Chiesa Cattolica romana.

I cinque precetti della Chiesa Cattolica

1. Partecipare alla Messa la domenica
e le altre feste comandate e rimanere
liberi da lavori e da attività che
potrebbero impedire la santificazione
di tali giorni.
2. Confessare i propri peccati almeno
una volta all’anno.
3. Ricevere il sacramento dell’Eucaristia
almeno a Pasqua.
4. Astenersi dal mangiare carne e osservare
il digiuno nei giorni stabiliti
dalla Chiesa.
5. Sovvenire alle necessità materiali
della Chiesa stessa, secondo le
proprie possibilità.

I sette vizi capitali

1. Superbia
2. Avarizia
3. Lussuria
4. Ira
5. Gola
6. Invidia
7. Accidia.

Le sette opere
di misericordia spirituale

1. Consigliare i dubbiosi.
2. Insegnare agli ignoranti.
3. Ammonire i peccatori.
4. Consolare gli afflitti.
5. Perdonare le offese.
6. Sopportare pazientemente le persone
moleste.
7. Pregare Dio per i vivi e per i morti.

I due comandamenti di carità

1. Amerai il Signore tuo Dio,
con tutto il tuo cuore,
con tutta la tua anima
e con tutta la tua mente.
2. Amerai il prossimo tuo
come te stesso.

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