LA RAGAZZA DALLE BRACCIA D’ORO

di Antonio Gregolin                                 – testo e foto riservati-

LA RAGAZZA DALLE BRACCIA D’ORO

Eleonora Menin, pluricampionessa italiana di nuoto per disabili.

Se non posso essere una ragazza coi piedi per terra, posso almeno dire di avere delle braccia d’oro…”. L’estemporanea battuta di Eleonora Menin, altro non è che la pura verità, sufficiente però a strappare un sorriso che infrange da subito quel muro di reciproca sorpresa di questi momenti. Due piccole gambe con dei piedi da bambina che appena sporgono dalla carrozzina, sono l’eredità di una sindrome infantile -detta della “sirenetta”-, che ha poco d’innocente e fantasioso, come invece richiamerebbe il suo nome. Tecnicamente, Eleonora è affetta fin dalla nascita dalla “sindrome da regressione caudale” che gli ha impedito di sviluppare spina dorsale e gambe, costringendola ad una immobilità che la ragazza di 26 anni, nata e cresciuta a Bastia di Rovolon nel padovano e oggi residente a Montegalda nel vicentino, combatte grazie ad una forza di volontà che si manifesta nelle sue forti e possenti braccia da atleta. Una sportiva con un medagliere da far invidia. Una speciale campionessa che ha dalla sua qualcosa che vale molto più di ogni altro riconoscimento:  modestia e umiltà che spiazzano soprattutto se si ha la fortuna di camminare liberamente. E pensare che questa la chiamano “diversità”! “Diversi” ci si sente semmai, proprio quando vedi questa piccola donna dagli occhi profondi e neri, destreggiarsi abilmente con la sua carrozzina mostrarti la sua bacheca piena di medaglie e più ancora quando racconta dei suoi due grandi amori: il compagno Dario e il nuoto. “Scusate, ma stavo pulendo la casa…” risponde Eleonora  presentandosi con la scopa in mano sull’uscio di casa. Scusarla? Macché, è subito la curiosità a prenderti l’immaginazione. Lei lo intuisce e ti mostra con altrettanta spontaneità come  si trasforma in  una “speciale” donna di casa. Autonomamente va poi ufficio al mattino con la propria macchina e prima di tornarsene a casa fa una cappatina in piscina dove si allena  in previsione delle sue future gare. Può bastare questo per renderla “speciale” anche per via della sua “diversità”! Se poi aggiungiamo anche i risultati sportivi che l’hanno portata nell’ultimo Campionato italiano sportivo per disabili, svoltosi nello scorso giugno (2008) a Napoli, con  due ori e un bronzo nella specialità di nuoto stile delfino e libero, viene  allora da pensare che Eleonora sia anche un “fenomeno” di donna.

“SEI ANNI FA SCOPRII LA MIA PASSIONE PER IL NUOTO”

E dire che la sua passione per il nuoto è arrivata solo sei anni fa, quando nel 1999 decise di “tuffarsi” in questa avventura sportiva, che l’ha vista coronarsi dell’oro che al suo collo pesa più di una montagna: “Non è stato affatto  facile nelle mie condizioni -spiega l’atleta vicentina-, considerando che per i disabili tutto quello che per gli altri (i cosiddetti normodotati) risulta facile, per noi in realtà diventa una costante impresa.” Questo  in fondo, è il  suo vero impareggiabile traguardo.

L’animo delicato di Eleonora si svela poco a poco, con parole e gesti che nulla hanno a che vedere con l’atteggiamento di certi campioni ovattati dalla vanagloria. Per questa  campionessa le sfide non terminano mai: “ Credo di avere persone speciali come i miei allenatori, Federica Fonasiero, Alberto Riosa ed Alessandra Aresu, tutti volontari dell’Associazione per disabili ASPEA di Padova, che mi seguono negli allenamenti settimanali nella piscina di Este (Pd). A loro devo il merito di avermi spinta a compiere l’impresa italiana. Ricordo ancora quel loro “Brava! Brava!” che mi dissero non appena vinsi il titolo iridato. Sentivo il loro orgoglio addosso come fosse un vestito e vedevo mia mamma che mi applaudiva dagli spalti. Guardavo il mio ragazzo e percepivo che il risultato non era solo mio , ma di tutti loro.” La memoria di Eleonora spazia nei ricordi fino al suo primo titolo nazionale che vinse un anno dopo aver iniziato a nuotare: “Allora era il 2000 ed erano pochi mesi che mi allenavo nello stile rana. Il tempo e la passione hanno fatto il resto…”. Un talento quello di Eleonora che ha dato e continua a dare risultati che stupiscono lei stessa: “Credo di dovere molto al mio carattere.

Ovvero, a quella tempra che non mi fa mai dire basta! Lo sport in fondo, serve per mettermi alla prova. Diciamo pure che è un’ottima palestra psicologica per i noi disabili.” Eccola illuminarsi non appena si lascia scappare il nome di “brillocco”: “E’ il mio innamorato con cui convivo da nove mesi. E’ colui che ho conosciuto via Internet. Per due anni abbiamo ciattato da amici, senza però mai andare sui particolari delle nostre caratteristiche fisiche. Poi l’incontro durante una mia gara in provincia di Como. Lo invitai a venirmi a guardare. Fu per lui una sorpresa trovarsi davanti una giovane ragazza in carrozzina che sapeva nuotare e gareggiare…”. In realtà, visti i risultati, si trattò di un colpo di fulmine. Dario 26 anni di Novara si è stabilito con Eleonora a Montegalda, e “brillocco” dopo quel primo incontro è diventato anche accompagnatore ufficiale della squadra patavina di nuoto.

IO, LUI, IL NUOTO E LA MIA NUOVA FAMIGLIA

Il sogno non troppo nascosto che si sta per concretizzare, – confessa Eleonora- sarebbe quello di formare presto una stabile famiglia.” Intanto, la nuova stagione sportiva si avvicina. A  settembre il suo ritorno in piscina e i primi allenamenti. Poi a gennaio le gare che la vedranno nuovamente in corsa per difendere il titolo italiano.

“E le “ParaOlimpiadi” di Pechino nel 2008?” gli chiediamo. “Ecco quello sì è un sogno che credo sarà destinato a rimanere per sempre nel mio cassetto. Ma è pur sempre un sogno!In fondo, basta quello che ho già conquistato, forse perché nelle mie condizioni sapersi accontentare è già una significativa vittoria. In fondo, – conclude la campionessa-, ho l’orgoglio di non dipendere da nessuno e nella mia condizione, posso vantare di vedere e sentire cose che molto spesso gli altri ignorano o danno per scontate. Capire il valore delle cose semplici è già un dono. Non vi pare?” Potrebbe allora bastare questo per capire che la storia di Eleonora, ha quel piglio di eccezionale “normalità” che rende vincente  una ragazza che ha già vinto “altro” nella vita.

PS.  Eleonora si è sposata con il suo amore di sempre, dopo essere stata campionessa di nuoto, oggi si è data al tennis… seguitando a vincere nella “gara” della vita!

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